Thymus

Thymus L., 1753 è un genere di piante della famiglia delle Lamiaceae.
Il nome del genere (Thymus) deriva da un antico nome greco, θύμον (pron. thýmon), il cui significato è forza, coraggio, qualità che risveglierebbe in coloro che ne odorano il profumo balsamico, ed è stato usato per primo da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici, per una pianta profumata utilizzata come incenso nei sacrifici. Altre etimologie fanno derivare il nome del genere da una parola greca per “profumo”.
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione “Species Plantarum – 2: 590” del 1753.
Queste piante, arbustive o subarbustive ma anche erbacee, raggiungono i 50 cm di altezza. La forma biologica prevalente è camefita fruticosa (Ch frut), ossia sono piante perenni e legnose (hanno un aspetto arbustivo e molto ramificato), con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo. Sono presenti anche altre forme biologiche come camefita suffruticosa (Ch suffr), queste sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). All’interno di queste piante sono presenti delle ghiandole essenziali (sono piante aromatiche) disposte alternativamente in croce per punteggiature sulle foglie. Dal punto di vista riproduttivo il genere comprende usualmente piante di tipo ginodioico.
Le radici sono del tipo fascicolato; in alcune specie le radici sono secondarie dai nodi del fusto.
La parte aerea del fusto in genere è legnosa, eretta oppure repente, ossia i fusti sono lungamente striscianti e radicanti ai nodi e terminano con un apice solamente foglioso (i fiori si trovano solamente sui rami laterali eretti a inserzione distica). La sezione del fusto è tetragona, quadrangolare, a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici.
Le foglie, appena picciolate e non molto grandi, lungo il fusto sono disposte in modo opposto (in genere a 2 a 2) e ogni coppia successiva è disposta ad angolo retto rispetto alla sottostante (disposizione decussata). La forma può essere da ovata o subrotonda a lanceolata con margini interi (a volte revoluti). Le foglie lungo il fusto possono essere progressivamente più grandi verso l’alto oppure viceversa oppure sono tutte uguali. Le foglie inferiori possono essere riunite in fascetti basali. Il colore varia da verde più o meno intenso, al grigio, all’argento e sono ricoperte da una fitta peluria in quasi tutte le specie. Le stipole sono assenti, oppure presenti.
Le infiorescenze sono delle spighe formate da alcuni fiori raccolti in verticilli a forma da subsferica a allungata posizionati nella parte superiore dei rami. I verticilli crescono all’ascella delle foglie e sono distribuiti lungo il fusto più o meno spaziati. Le brattee dell’infiorescenza, a forma lanceolata, sono simili alle foglie.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice, ossia il perianzio, sono a 5 parti).
• Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale: X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), supero, 4 nucule.
• Calice: il calice del fiore è gamosepalo e bilabiato di tipo subzigomorfo (raramente può essere debolmente attinomorfo), con forme campanulate o cilindriche (convesso sul dorso) e terminate con 5 denti acuti disuguali a forma triangolare (struttura 3/2): tre denti per il labbro superiore; due denti cigliati per quello inferiore. La superficie del calice, pubescente, è percorsa da una decina (10 – 13) di nervature longitudinali. Le fauci possono essere pelose per peli cotonosi e candidi. Il calice è persistente alla fruttificazione.
• Corolla: la corolla, gamopetala, è a simmetria bilabiata del tipo zigomorfa (raramente può essere debolmente attinomorfa) terminante con 4 lobi (due petali sono concresciuti) patenti con struttura 1/3. Il tubo è cilindrico-campanulato ed è ricoperto in parte dal calice. Il labbro superiore è piegato all’insù; il labbro inferiore ha tre lobi oblunghi. I lobi sono appena smarginati. Il colore è bianco, crema, violetto, rosa-biancastro, oppure da rosa a purpureo.
• Androceo: gli stami sono quattro (manca il mediano, il quinto) didinami (una coppia è più lunga); sono tutti fertili, spaziati e sporgono (o quasi) dal tubo corollino. I filamenti, adnati alla corolla, sono divergenti e ravvicinati al labbro superiore della corolla. Le antere, hanno forme più o meno arrotondate, mentre le teche sono due, parallele e separate. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
• Gineceo: l’ovario è supero (o anche semi-infero) formato da due carpelli saldati (ovario bicarpellare) ed è 4-loculare per la presenza di falsi setti divisori all’interno dei due carpelli. La placentazione è assile. Gli ovuli sono 4 (uno per ogni presunto loculo), hanno un tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell’ovulo, ridotta a poche cellule). Lo stilo inserito alla base dell’ovario (stilo ginobasico) è del tipo filiforme e più o meno lungo come gli stami. Lo stigma è bifido con lobi subuguali. Il nettario è un disco alla base e intorno all’ovario più sviluppato anteriormente e ricco di nettare.
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule (tetrachenio) secche, con delle forme da ovoidi a oblunghe, con superficie liscia e glabra. L’endosperma è scarso o assente.
• Impollinazione: l’impollinazione avviene tramite insetti tipo ditteri e imenotteri (soprattutto api), raramente lepidotteri (impollinazione entomogama).
• Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l’impollinazione dei fiori.
• Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Il timo è una pianta tipica dell’area mediterranea e del Caucaso (si trova in tutta Europa, Transcaucasia, Anatolia, Asia mediterranea e Africa settentrionale). In Italia cresce dal mare alla regione montana (0 m – 2000 m s.l.m. circa), ma preferisce le zone marine. Si trova nei luoghi aridi e soleggiati, fra le rocce e le ghiaie.