Origanum

Origanum L., 1753 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni della famiglia delle Lamiaceae.
In tempi moderni, prima ancora di Carl von Linné è stato il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) a denominare queste piante. In realtà l’etimologia del nome del genere si può far risalire a 2000 anni prima presso i greci, forse da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici che per primo ha usato questo nome per un’erba aromatica). Origanum è formato da due parole “òros” (= monte) e “ganào” (= io mi compiaccio) che insieme potrebbero alludere ad un concetto di “delizia della montagna” o anche “bellezza, luminosità, ornamento, gioia della montagna”, oppure perché cresce bene in montagna o nei piani alti delle zone assolate.
Il nome scientifico del genere è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione “Species Plantarum – 2. 1753” del 1753.
Queste piante arrivano ad una altezza massima di 7–8 decimetri (70–80 cm). La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono presenti anche altre forme biologiche come camefita suffruticosa (Ch suffr), ossia piante perenni e legnose alla base (subarbustive), con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). Tutta la pianta è aromatica.
Le radici sono secondarie generate da un fittone. I fittoni possono essere obliqui e più o meno legnosi.
La parte aerea del fusto è ascendente (talvolta prostrata alla base) ed eventualmente ramosa (ma i rami inferiori sono sterili). Il fusto è pubescente, talvolta legnoso, ed ha una sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave.
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto (in genere a 2 a 2). Sono picciolate con una lamina a forma lanceolata oppure ovata, spesso asimmetrica alla base; i bordi sono dentellati. Le foglie sono colorate di verde. Le stipole sono assenti.
L’infiorescenza è sia corimboso-ramosa, formata da densi glomeruli ovali, che panicolata, formata da dense spighe peduncolate con forme più o meno ovate e fiori (non molti – massimo 8-10); i fiori sono sessili. Alla base del glomerulo/spiga sono presenti due brattee violaceo-purpuree o verdi con forme ovali-rombiche cigliate sui bordi e con la superficie pelosa; possono essere (oppure no) ricoperte di ghiandole.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice – il perianzio – sono a 5 parti). Raramente i fiori sono poligamo-dioici (fiori ermafroditi e femminili su piante distinte come in Origanum vulgare).
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale: X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), (supero), 4 nucule.
Calice: il calice del fiore è del tipo gamosepalo, attinomorfo (o debolmente zigomorfo – ma non bilabiato – con forma di un cono aperto su un lato) e terminate con 5 denti triangolari-acuti più o meno uguali (sono lunghi 1/3 del tubo). La superficie del calice, pubescente, è percorsa da 10 – 13 nervature longitudinali. Le fauci sono pelose.
Corolla: la corolla, gamopetala, è a simmetria sublabiata (più o meno zigomorfa con struttura 2/3) terminante con 5 lobi patenti. Il tubo è cilindrico-campanulato e buona parte di esso è ricoperto dal calice. Il labbro superiore è retuso (bilobo) con forme ovali ed è piegato all’insù; il labbro inferiore ha tre lobi oblungo-ovati. Il colore è bianco o roseo.
Androceo: gli stami sono quattro (manca il mediano, il quinto) didinami con il paio anteriore più lungo, sono visibili e sporgenti; gli stami sono tutti fertili nei fiori ermafroditi, sono ridotti o assenti nei fiori femminili. I filamenti sono glabri e divergenti. Le antere, hanno forme da ellissoidi a ovato-oblunghe, mentre le teche sono distinte e si presentano da divergenti a divaricate. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
Gineceo: l’ovario è supero formato da due carpelli saldati (ovario bicarpellare) ed è 4-loculare per la presenza di falsi setti divisori all’interno dei due carpelli. L’ovario è glabro. La placentazione è assile. Gli ovuli sono 4 (uno per ogni presunto loculo), hanno un tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell’ovulo, ridotta a poche cellule). Lo stilo (caduco) inserito alla base dell’ovario (stilo ginobasico) è del tipo filiforme e più lungo degli stami. Lo stigma è bifido con corti lobi subuguali. Il nettario è un disco più o meno simmetrico alla base dell’ovario ed è ricco di nettare.
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule. La forma è ovoide (con apice arrotondato) con superficie glabra e liscia. Il colore è marrone.
Impollinazione: l’impollinazione avviene tramite insetti tipo ditteri e imenotteri, raramente lepidotteri (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l’impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). I semi hanno una appendice oleosa (elaisomi, sostanze ricche di grassi, proteine e zuccheri) che attrae le formiche durante i loro spostamenti alla ricerca di cibo.
Le specie di questo genere (circa 40 – 50) sono originarie soprattutto del bacino del Mediterraneo (ma alcune specie sono presenti anche in Asia) e prediligono habitat temperato-caldi. Circa il 60% dei taxa crescono in Anatolia, questo potrebbe indicare tale area geografica come il centro di origine delle specie di Origanum. In questa regione è inoltre alto il tasso di endemismo.