Polygala

Poligala (nome scientifico Polygala, L., 1753) è un genere di piante Spermatofite Dicotiledoni, arboree, erbacee, rampicanti e perenni, appartenente alla famiglia delle Polygalaceae.
Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Polygalaceae all’ordine Polygalales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell’ordine Fabales.
Il genere Polygala è molto ampio ed è il più importante della famiglia. Alcuni autori ne assegnano fino a 500 specie, infatti questo genere include piante, arbusti perenni, erbacee e alberi. Le specie spontanee presenti nella nostra Penisola sono circa una ventina. È da notare ancora che il genere Polygala è l’unico della famiglia delle Polygalaceae ad avere delle specie spontanee presenti in Italia.
Un’antica credenza riteneva che tale erba fosse capace di aumentare la secrezione del latte alle mucche; da qui il nome del genere “Polygala” = molto latte. Dioscoride, riprendendo questa credenza, afferma che anche nelle gestanti faccia venire latte in abbondanza.
La forma biologica più tipica e comune delle piante del genere Polygala è emicriptofita scaposa (H scap): ossia sono piante perennanti per mezzo di gemme adagiate al suolo (“emicriptofite”); mentre il portamento è tipico di una pianta con asse florale allungato e con poche foglie (“scaposo”).
Normalmente la radice è a fittone.
Generalmente la parte inferiore del fusto è legnosetta, mentre quella aerea è erbacea.
Le foglie sono spiralate, semplici e prive di stipole per lo più lanceolate – lineari.
L’infiorescenza è caratterizzata da piccoli fiori (a diversi colori secondo la specie) riuniti in racemi apicali.
La simmetria fiorale è spiccatamente zigomorfica e il fiore ad un esame superficiale appare molto simile a quello delle leguminose (aspetto papilionaceo), anche se anatomicamente non c’è analogia fra le varie parti strutturali. Altre caratteristiche dei fiori delle Poligale sono: ermafroditi, pentacicli (a cinque verticilli: calice– corolla – doppio verticillo di stami (androceo) – pistillo (gineceo), pentameri (calice con 5 sepali e corolla con 5 petali – non sempre distinti tra di loro, ossia a struttura gamosepala-petala e non dialisepala-petala)
Calice: in particolare il: calice è composto da 5 sepali di cui i due più interni sono più grandi e sviluppati in ali (funzione vessillifera). Spesso i sepali sono pentaloidei.
Corolla: la corolla è pentamera ma per aborto sono evidenti solo 3 petali per lo più uniti in forma tubolare ma liberi all’apice. Quello inferiore è carenato e a forma di “S” e termina con un ciuffo di frange (da 5 a 40).
Androceo: gli stami sono 8 organizzati in due verticilli e monadelfi (cioè connati fra di loro) e concresciuti alla corolla.
Gineceo: un solo pistillo porta l’ovario che è supero, bicarpellare e biloculare.
Impollinazione: tramite insetti (entomogamia).
Il frutto è una capsula lateralmente compressa. I semi sono dispersi tramite formiche (mirmecoria) che vengono attratte dalle sostanze zuccherine dello strofiolo (membrana di sostegno che aderisce al seme dopo la dispersione).
La maggioranza delle specie del genere Polygala sono originarie delle zone tropicali (particolarmente numerose nelle Americhe), ma sono diffuse anche nella parte settentrionale dell’emisfero boreale.
In Italia si trovano un po’ su tutto il territorio, sui prati mediamente soleggiati e margini dei boschi di vario tipo.